Il garden leave può essere previsto in apposita clausola contrattuale e prevede che un dirigente, pur cessando il rapporto di lavoro, rimanga formalmente vincolato al proprio datore di lavoro, per un periodo determinato, con l’obbligo di non svolgere alcuna attività lavorativa in concorrenza con quest’ultimo, con facoltà di godere della retribuzione e di altri benefici.
In Italia, la clausola di garden leave non è espressamente disciplinata dalla normativa vigente. Tuttavia, essa è ritenuta legittima dalla giurisprudenza, se è negoziata tra le parti, se non contrasta i principi di libertà di lavoro e di buona fede contrattuale e se non comporta un eccessivo sacrificio per il dirigente.
La sua efficacia e validità è subordinata al rispetto di alcuni requisiti:
- forma scritta: la clausola deve essere redatta per iscritto e sottoscritta da entrambe le parti.
- specificazione delle ragioni che la giustificano: la clausola può essere inserita nel contratto di lavoro solo in presenza di causali ragionevoli, quali la tutela del know-how aziendale, dei rapporti clientelari del datore di lavoro, della salvaguardia della sicurezza in azienda, della diligente proseguo delle attività lavorative affidate al dirigente, la ricerca di un nuovo incarico per il dirigente.
- durata congrua: la durata del garden leave deve essere congrua e proporzionata alla mansione svolta dal dirigente e agli interessi tutelati, nonché, alla anzianità di servizio del dirigente. In linea generale, la giurisprudenza ritiene che la durata non debba superare i 12 mesi.
- trattamento economico: durante il garden leave, il dirigente ha diritto alla retribuzione e agli altri benefici previsti dal suo contratto di lavoro.
L’applicazione pratica della clausola di garden leave può avvenire in diversi modi:
- accordo tra le parti: il dirigente e il datore di lavoro possono concordare l’attivazione del garden leave in qualsiasi momento del rapporto di lavoro.
- recesso del datore di lavoro: il datore di lavoro può recedere dal contratto di lavoro con preavviso, prevedendo contestualmente l’attivazione della clausola di garden leave.
- dimissioni del dirigente: il dirigente può rassegnare le dimissioni e concordare con il datore di lavoro l’attivazione del garden leave.
Vantaggi e svantaggi
I principali vantaggi della clausola di congedo giardino per il datore di lavoro sono:
- evitare la concorrenza sleale da parte del dirigente dimissionario, che potrebbe utilizzare le informazioni acquisite durante il suo incarico a beneficio di un concorrente.
- proteggere i segreti aziendali e il know-how.
- assicurare un diligente passaggio di consegne tra il dirigente uscente e chi lo sostituirà.
I principali vantaggi per il dirigente sono:
- percepire la retribuzione per un periodo successivo alle dimissioni.
- avere il tempo necessario per cercare un nuovo lavoro.
- mantenere la copertura assicurativa e i benefici aziendali per un periodo predeterminato.
Tuttavia, la clausola di garden leave può comportare anche alcuni svantaggi per il dirigente, come l’obbligo di rimanere a disposizione del datore di lavoro per un periodo determinato, senza svolgere alcuna attività lavorativa.
Conclusione
La clausola di garden leave può rappresentare uno strumento utile per gestire la cessazione del rapporto di lavoro dirigenziale, contemperando gli interessi di entrambe le parti. Tuttavia, è importante redigerla con attenzione e verificarne la congruità rispetto alle specifiche esigenze del caso concreto.
Per approfondimenti: Avv. Marco Pola (02.72022469) – marcopola@npassociati.com